Quale sarà la principale preoccupazione,nel prossimo futuro,nella lotta al doping? Rispondere a questa domanda affermando “i controlli riguardanti il doping genetico” può sorprendere, solo apparentemente. Solo un paio d'anni or sono a Ginevra si riunirono gli esperti di genetica, ospiti di un incontro organizzato da ricercatori universitari, per parlare di “geni e sport”. In quella sede, fra le altre cose, si prospettarono scenari inquietanti per il doping dei prossimi decenni.
Atleti geneticamente modificati: gli esperti se li aspettano nelle Olimpiadi successive a quelle di Beijng 2008. Si cercherà di alterare la proporzionalità dell'atleta e dei suoi sistemi organici. Un esempio? Atleti con gambe più lunghe per favorire la pratica di sport quali basket, volley e di specialità come il salto in alto. Ed è fantascienza supporre clonazioni di campioni del passato?
Tra vent'anni tutto ciò potrebbe essere “reale”: questa l'incredibile risposta. Il doping genetico è il lato oscuro di terapie – ancora sperimentali – come quella contro la distrofia muscolare e funziona così: si inserisce nelle cellule un segmento di DNA contenente un gene utile a migliorarne le prestazioni. Mezzo di trasporto un virus che, infettando le cellule, vi deposita il materiale genetico integrandolo con quello dell'ospite e, in teoria, il gioco è fatto.
La manipolazione genetica può infatti riservare amarissime sorprese come è accaduto nella terapia di una grave forma di immunodeficienza: la sostituzione del gene malato con quello sano, trasportato da un virus, ha dato dapprima risultati positivi, ma dopo qualche anno i pazienti si sono ammalati di leucemia. Eppure la tentazione è molto forte. Il doping genetico va fatto una sola volta nella vita. Inoltre fino ad oggi non può essere scoperto con i classici controlli.
Oliver Rabin,direttore scientifico della WADA, afferma “gli atleti si troveranno con un doping identificabile ed incancellabile solo quando i test saranno messi a punto visto che il gene dopante non è eliminabile dalle cellule”.
Dunque il fatto che si parli di terapia genetica come modello di doping, oggi non stupisce più, ci si muove in questa direzione. E le leggi per affrontare il problema? Sicuramente arriveranno tardi,l'importante è che non sia “troppo tardi”
fonte: CICLOWEB – CORRIERE.IT