L’atleta in questione è Caster Semenya, dubbia vincitrice dei mondiali di Berlino con risultati cronometrici incredibili (1:55.45) per un’atleta che pochi mesi prima copriva la stessa distanza con dieci secondi in più.
Un aspetto più che mascolino aveva suscitato vive polemiche e dubbi sulla stampa mondiale, alimentati anche dal fatto che l’atleta sudafricana era una perfetta sconosciuta solo pochi mesi prima.
Adesso dopo che il Sudafrica aveva portato il caso all’Onu per violazione dei diritti umani, lo stesso starebbe facendo marcia indietro.
Semenya sarebbe stata sottoposta a test prima dei mondiali da parte del medico della federazione sudafricana, questi alla fine delle analisi avrebbe consigliato di ritirare l’atleta; i dati sarebbero stati consegnati ai primi di Agosto molto prima dell’inizio dei mondiali.
Ma il presidente della federazione sudafricana, Leonard Chuene, per sua stessa ammissione, avrebbe preferito celare le notizie in suo possesso, mentendo per proteggere l’atleta.
Adess

Semenya sarebbe affetta da un ermafroditismo causato da Sindrome di Insensibilità’ agli Androgeni, per cui ha caratteristiche tanto femminili che maschili (testicoli interni e genitali femminili esterni).