Con il mio amico Dario Rappo quest’anno ci siamo iscritti alla Virtus Castenedolo e abbiamo provato a concretizzare l’obiettivo. Io sono appena rientrato da un viaggio di lavoro di dieci giorni in Portogallo, il tendine non è ancora a posto; e Dario ha un problema ad un adduttore. Comunque ci saremo. La nuova squadra è un bel gruppo. Ci si ritrova il venerdì sera. Si aggiusta la formazione, si ritirano i pettorali, abbiamo tutti il numero uno perché siamo i campioni uscenti, io preparo un taping turchese a Dario, e una fasciatura protettiva per me, e poi a letto presto. Il sabato mattina la minaccia di pioggia non si trasforma in acqua. A Gavardo era stato vento e pioggia. Saltare sotto l’acqua non ci piace e sarà bellissimo la domenica. La manifestazione è bene organizzata, faremo tutti i complimenti agli organizzatori. Troviamo vecchi amici, è veramente un piacere ritrovarsi, il tempo passa, noi ci siamo ancora, ogni anno è una festa.
Guardo gli altri gareggiare e mi preparo per il salto in alto; l’idea era di saltare per coprire la gara. Nella serie successiva il mio compagno di squadra avrebbe provato a raggiungere sul podio i tre soliti, l’Airone, il Surfista e il Bionico. Ma Daniele Pagani nel triplo esagera, l’agonismo colpisce ancora, e tocca a me cercare un buon risultato. Ho aggiustato la rincorsa per essere regolare, otto appoggi in progressione dovrebbero essere, come mi suggerisce Daniele, entro a 1,24 per sicurezza, poi 1,30, 1,33, 1,36 alla prima, a 1,39 non riesco, anche se alla seconda tiro giù l’asticella con un tallone. Siamo in quattro, che a turno negli anni abbiamo vinto nella nostra categoria (SM65), e questa volta finiamo tutti con la stessa misura, terzi a pari merito. Tra i meno giovani due splendidi vecchi fanno meglio di noi. Bene per tutti, il Molli, il Dottore, il Ventralista e il Grillo, che sarei io. Adesso guardiamo i giovani, sperando che nella classifica compensata non ci passino in troppi. Sembriamo dei vecchi gufi, appollaiati alla recinzione. Finiremo noni, i tre soliti e altri due ci passano.
Ci ritroviamo con la squadra a cena, cerchiamo di valutare i risultati e consolidare la strategia per il giorno seguente. La possibilità di vincere maschile e femminile è reale, ma non sarà facile; impegno massimo, come sempre. Chi non gareggia tira tardi e beve grappini. La domenica sono in tribuna, qualche foto e tanto tifo. Seguo Dario con il cronometro, obiettivo arrivare nei cinque. Gli avversari studiano tattiche raffinate, la lepre che protegge dal vento, l’assistenza allo spugnaggio, stile la borraccia di Bartali e Coppi, fino al ritiro all’ultimo giro. Ma Dario comunque arriva quarto, con due ultimi giri in ottima progressione, come suo solito. Gli avversari sono in ogni caso amici, e anche loro si stanno rendendo conto che per questo anno noi siamo i migliori: ci provano ancora, ma non ce n’è per nessuno.
Da sempre chiamo corazzata l’Olimpia, la squadra di Werter, l’ammiraglio, lo stratega e a volte anche la badante dei suoi atleti, con a bordo lascari di tutti i mari. Ma noi siamo la portaerei, dalla tolda partono missili irraggiungibili, Paola, Barbara e Cristina, e volano leonesse come Monica, Stefania, Chiara e Pita, e cannoni sparano ancora come Paola la capitana. Gli uomini hanno la stessa grinta, e grandi risultati arrivano. Alla fine è festa grande, l’abbiamo costruita e meritata, ancora una volta una squadra di provincia vince un campionato italiano di società in atletica. Ottimo ritorno a Montecassiano, ottimo inizio con la Virtus Castenedolo.